Milano - Complesso residenziale in Via Calabiana 10

Si tratta di un progetto in attuazione ad un piano di recupero aree dimesse ex lege 19 del 1992. La disposizione planivolumetrica del progetto è stata scelta dalla commissione edilizia il 21 giugno del 2001. L’edificio ha una forma ad “L” il cui lato corto si affaccia sulla Via Calabiana. Ha una altezza massima di 7 piani (oltre ai sottotetti) sul lato lungo verso il parco comunale. L’altezza dell’edificio si abbassa fino ad un minimo di 4 piani sul fronte di via Calabiana passando attraverso tre “gradoni”. Il lato corto ha un profilo a “T” rovesciata da 4 piani fino ad un massimo di 5. Gli accessi all’edificio avvengono dalla via Calabiana attraverso un ingresso pedonale al centro e due ingressi carrabili posti ai lati: uno per consentire l’accesso ai box interrati e l’altro, di servizio, per consentire l’accesso dei VVF al cortile interno. L’involucro dell’edificio è stato studiato in modo tale che fosse sensibile al problema energetico, nel rispetto dei caratteri morfologici già presenti nell’area. Per questo i materiali utilizzati risultano innovativi rispetto a quelli degli edifici circostanti. I caratteri morfologici propri del tessuto residenziale della zona mostrano edifici a corte attestati lungo Corso di Porta Romana, dove il tessuto è più fitto, mentre nell’area immediatamente circostante via Calabiana il tessuto è meno compatto, i lotti sono più grandi e non si può stabilire un carattere morfologico caratteristico dell’area. La facciata dell’edificio di progetto è del tipo “ventilato” con tavelle in cotto di colore ocra e tabacco, in linea con i materiali utilizzati nella tradizione lombarda. L’accostamento cromatico permette all’edificio di inserirsi nel contesto senza appesantirlo. Nel rispetto degli edifici a destinazione residenziale dell’immediato intorno i serramenti verranno realizzati in legno. Infine per quanto riguarda la copertura si è optato per un materiale relativamente diverso dalla maggior parte di quelli presenti nella zona: il rame, che ha permesso di limitare la pendenza delle falde al fine di non alzare la sagoma dell’edificio rispetto allo skyline degli edifici prospicienti la via Calabiana.